giovedì 16 novembre 2017

REVIEW PARTY "LA CORTE DEI LEONI" DI JANE JOHNSON


Buongiorno lettori,
oggi ho il piacere di partecipare al review party de "La corte dei leoni" di Jane Johnson, uscita odierna per la Newton Compton


LA CORTE DEI LEONI
Jane Johnson

Editore: Newtob Compton
Prezzo: Ebook € 4.99, Cartaceo € 10.00
Pagine: 432
Genere: Narrativa storica

Trama: Kate Fordham, in fuga dal suo passato, ha trovato riparo sotto falso nome nella bellissima Granada, l’antica e soleggiata città spagnola sulla quale la dominazione araba ha lasciato evidenti tracce. Nel tentativo di ricostruire la sua vita, Kate lavora come cameriera in un bar all’interno dell’Alhambra, l’antica reggia del sultano. Un giorno, passeggiando in quei giardini meravigliosi, fa una scoperta insolita: nascosto in una crepa del muro di cinta c’è un rotolo di carta. È un manoscritto risalente a prima del 1492, l’anno della caduta di Granada, quando la città araba si arrese alla regina Isabella e al re Ferdinando d’Aragona. Sul rotolo proveniente da quell’epoca lontana sono iscritti strani simboli che riportano un messaggio di pericolo e disperazione. Ma è dall’amore che nasce il misterioso frammento, e la potenza di quel sentimento finirà per cambiare per sempre la vita di Kate.

Recensione


La corte dei leoni racconta due storie che si svolgono a distanza di cinquecento anni e più e che hanno in comune un biglietto scritto in un'antica lingua berbera ed il meraviglioso complesso dell'Alhambra a Granada, che con il suo splendore, i suoi colori, i suoi giardini è uno dei protagonisti principali.

La storia che si svolge in epoca attuale è caratterizzata dalla suspense e affronta il tema della violenza sulle donne. La protagonista, Kate, è in fuga e piano piano scopriamo da chi e perché. Kate ha un passato difficile che la opprime e che incombe su di lei.
Purtroppo, pur avendo tutto il mio appoggio e la mia comprensione per ciò che sta vivendo, non sono riuscita ad entrare in sintonia con Kate, l'ho trovata un po' debole di carattere, con dei comportamenti a volte più adatti ad una quindicenne che ad una donna di quaranta anni. 

Molto più avvincente e coinvolgente la storia che si svolge verso la fine del 1500 e racconta, anche se in forma romanzata, la vita di Abu 'Abd Allāh Muhammad, detto Boabdil, ultimo sultano di Granada. Il narratore è Benedict, un ragazzino berbero portato a Granada per fare compagnia ad Abu, detto anche in modo confidenziale, Momo. 

La figura di Benedict è inventata, ma è un personaggio davvero affascinante. Bambino selvaggio, come viene chiamato ogni tanto, ma dalla grande cultura, ragazzino dal cuore grandissimo e colmo d'amore per Momo. La devozione, l'affetto, la stima che Benedict prova verso Momo traspare in ogni azione, in ogni gesto. Per Momo, Benedict è pronto a dare la vita. Il suo posto è vicino al Sultano, che lo ha designato come suo Custode
Non sapevo chi ero. Occupavo un posto indefinito nel mondo, nella sua vita. Più di un amico, meno di un compagno. Un Custode, uno storpio.
Quello di Benedict è un amore non corrisposto ed ho sofferto insieme a lui per questa situazione, sperando che ogni abbraccio portasse a qualcosa di più, anche perché la sua presenza, le sue azioni vogliono dire la vita per il Sultano.
Di sicuro, la vita di Boabdil non fu semplice: oltre a guerre con i Cristiani, fu imprigionato, dovette far  fronte a trattati di resa estremamente duri, dovette difendersi dal padre e dallo zio che non lo reputavano un sultano adatto a regnare e dopo aver perso tutto, finì in esilio in Marocco.
Ma quello che la storia mette in risalto sono i motivi che lo spinsero alle sue scelte di combattere o meno: Boabdil desiderava la pace, odiava la guerra, non voleva vedere il suo popolo sterminato, voleva poter condurre una vita tranquilla con la sua famiglia, con i suoi figli, dentro l'Alhambra, il luogo che gli dava pace e serenità nel corpo e nello spirito. 
Benedict, niente al mondo è così terribile quanto vedere spegnersi la luce negli occhi di un altro uomo mentre gli togli la vita. Uccide qualcosa nell'anima. E' una cosa disgustosa, inumana ed empia togliere una vita...
Non so se questo lato pacifista sia vero o frutto di fantasia, ma rende, di sicuro, la figura del Sultano molto interessante e fa venir voglia di studiare di più la sua storia: infatti, inizialmente non sapevo che quella che stavo leggendo era storia vera e quando, per curiosità, ho cercato informazioni ed ho scoperto che la finzione era poca, tutto ha acquisito maggior potenza, maggior spessore. 

Purtroppo, la narrazione è scorrevole ma le due storie hanno un legame troppo debole seppur intrigante come un bigliettino scritto cinquecento anni prima e sembra di leggere due romanzi completamente diversi e, come avrete capito, la storia attuale non mi ha convinto completamente, l'ho trovata forzata nella trama e nei personaggi.
Di sicuro, però, questa lettura mi ha fatto venir voglia di prenotare il primo volo per Malaga!


6 commenti:

  1. La penso esattamente come te, abbiamo lo stesso pensiero due storie, non un unico romanzo..

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    1. Sì. non c'è praticamente nessun legame quindi insieme hanno poco senso

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  2. Prenota il volo perché Malaga e Granada sono luoghi meravigliosi :)

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  3. Mi unisco al vostro pensiero: due storie separate, unite da un legame troppo flebile.

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