Oggi ho il piacere di parlarvi del primo volume della trilogia fantasy Cosa resta degli eroi di Richard Morgan. Ringrazio la Ce per la copia digitale in anteprima e Silvia del blog
RECENSIONE
Non conoscevo questo autore ma, complice la mia passione per i fantasy e l'entusiasmo di Silvia per l'uscita di questa trilogia, ho pensato che dovevo assolutamente leggerlo e mi sono lasciata coinvolgere nel review tour.
La lettura, purtroppo, non mi ha coinvolto come speravo e a volte ho faticato un po' ad andare avanti ma ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi e lo stile diretto e rude.
La storia non è particolarmente complessa ma è ricca d'intrecci ed il world building non è sviluppato: ci sono vari accenni a fatti passati e a popoli provenienti da altri mondi ma senza alcun approfondimento quasi come se questi fatti fossero già stati descritti in un altro libro e quindi dati per scontati; ci sono tanti personaggi, tanti nomi (anche le armi hanno un nome tipo Assassino di spettri, Angelo Caduto, Barlume di luce), nessuna spiegazione sulla struttura sociale né su quella politica ed io ne ho sentito la mancanza. In alcuni momenti mi sono ritrovata davvero spaesata e costretta a rileggere qualche riga più di una volta. Certo è che il mondo presentato dall'autore è corrotto e violento e lo stile narrativo lo rispecchia attraverso dialoghi crudi senza filtri né abbellimenti.
Penso, però, che l'intento dell'autore non sia quello di creare una storia epica ma far concentrare l'attenzione su tre protagonisti particolari e su quello che rappresentano.
Ringil, grande guerriero, eroe nella guerra contro i Lucertoloni (i Visitors????) è omosessuale, non lo nasconde ed è conosciuto dai più per la sua inclinazione che per le sue gesta. Proviene da una famiglia aristocratica che lo ha sempre coperto e protetto ma crescere in una società che demonizza l'omosessualità lo ha obbligato a costruirsi una corazza per resistere alle ingiustizie, al dolore, ai pregiudizi.
Egar, rovina del Drago, è un capo tribù delle steppe: uomo valoroso che però non ha ancora trovato la sua vera strada e che , proprio per la sua indecisione rischia perfino di essere ucciso dai fratelli.
Archet, consigliera dell'Imperatore, è di razza aliena. Considera gli umani dei barbari rispetto al suo popolo, molto avanzato sia dal punto di vista tecnologico che sociale. Usa tutte le sue capacità per mantenere un certo equilibrio ma fa uso di droghe per riuscire ad andare avanti.
Tutti e tre hanno combattuto nella guerra contro il Popolo delle squame: sono personaggi valorosi, ma non i classici eroi senza macchia. Non sono perfetti, anzi tutto il contrario ma sono sempre pronti a dare la vita per il bene del loro popolo, della loro terra nonostante il disprezzo che la gente prova nei loro confronti, sono dei veri eroi, eroi nella vita di tutti i giorni, eroi che non vogliono nulla in cambio.
Eroi, però, di cui è facile, o è meglio, dimenticarsi una volta finita la battaglia.
Le loro storie procedono parallele per quasi tutto il libro, poi, verso la fine, si ritrovano a combattere insieme una nuova minaccia che incombe. E finalmente mi sono ritrovata coinvolta nell'azione: la parte finale, che, ahimè si risolve un po' troppo velocemente, mi ha intrigato, le interazioni dei tre protagonisti insieme mi hanno dato qualcosa di più e questo mi spinge a voler procedere con il secondo volume.