lunedì 26 ottobre 2015

AH...AHH...AHHH - RECENSIONE


TITOLO: AH...AHH...AHHH

AUTORE: NUWANDA

EDITORE: GENESIS PUBLISHING

GENERE:  GIALLO, PARODY COMEDY

PAGINE: 58

PREZZO: € 2,99 


SINOSSI:
Doppio Senso è una piccola città dove le strade sono tutte a senso unico. Qualcuno, arrivando da fuori, sarebbe portato a pensare che si possa solo entrare ma non uscire, invece, la circolazione scorre tranquilla e, prima o poi, la strada per andare a In Mona, il paese vicino, la trovano tutti.
Nella sala conferenze della biblioteca comunale è in corso la presentazione del libro di Armando Bentivoglio, un noto scrittore sui generis con monomanie bizzarre. Il romanziere, a un certo punto, decide di scrivere sulla lavagna una frase ricca di significati e che possa contenere un’emozione: “Ah… Ahh… Ahhh”.  Basta una semplice parola, pronunciata in modo diverso, a suggerire sensazioni di piacere o di dolore, secondo l’interpretazione del lettore, in grado di andare oltre il volere dello stesso autore. La differenza tra “il come si scrive” e “il come si legge”. Il ritrovamento di un cadavere richiederà la presenza del commissario Loquace, un poliziotto dai metodi alquanto singolari.
Un turbinio di battute e dialoghi caustici, spesso inconsapevolmente comici dei vari protagonisti, caratterizzerà in maniera originale le varie scene, creando un surreale collage di schegge impazzite. Una parody comedy all’italiana con le sue nevrosi e le sue megalomanie grossolane e i suoi personaggi grotteschi non meno suggestivi.

SORSEGGIANDO IL CAFFE'
Il titolo di questo libro sembra una risata e fa pensare ad un racconto comico, ma non è così! E' un breve giallo con qualche frecciatina comica sì, ma è soprattutto una riflessione sull'uso delle parole e sul valore che ciascuno dà ad esse.



Armando Bentivoglio è uno scrittore ed  è stato invitato a Doppio Senso per promuovere il suo ultimo libro. Doppio Senso è un piccolo paese dove tutti si conoscono, tutti si fanno gli affari degli altri e dove spettegolare è la quotidianità. Bentivoglio è uno scrittore riservato, non è abituato al pubblico, il suo compito è quello di scrivere, non deve spiegare cosa ha scritto: ognuno è libero di interpretarlo come meglio crede. Una parola pronunciata in modo diverso può suggerire e provocare sensazioni diverse. Ecco perché ad una domanda del pubblico Bentivoglio riporta sulla lavagna le tre parole del titolo: "Ah...Ahh...Ahhh", sembrano uguali ma, se fate attenzione, a seconda di quanto si "aspiri" l'acca finale, la sensazione, l'idea percepita è diversa.

I concetti di Bentivoglio suscitano qualche polemica, non tutti sembrano d'accordo: alcuni ritengono che lo scrittore racconti una storia con dei precisi significati e deve farli capire al lettore: non ci devono essere doppi sensi!
Durante la pausa caffè, nel bagno del locale viene ritrovato il cadavere di una giovane donna e sul muro, fatta con il sangue, la stessa scritta riportata sulla lavagna da Bentivoglio. Tutti i presenti sono sospettati e devono essere ascoltati dal commissario Antonio Loquace. Siamo in un piccolo paese tranquillo, dove non è mai successo nulla: un omicidio dovrebbe portare parecchio scompiglio ed invece l'impressione che si ha è quella che sia solo una noia, un evento che porti, ahimè , del lavoro in più da fare, ma anche, e per fortuna, pubblicità, in particolare per il commissario stesso se trova l'assassino.

I personaggi che sostano nell'ufficio di Loquace sembrano delle caricature, di ciascuno vengono messe in risalto le caratteristiche tipiche dei ruoli che svolgono: lo scrittore Bentivoglio, con la testa sulle nuvole, è più interessato ai quadri di Rembrandt appesi al muro dell'ufficio che all'interrogatorio; Mirko, l'agente di Bentivoglio, è ovviamente cinico ed interessato esclusivamente agli affari e al portafoglio; Gianfranco, il barista, è preoccupato per il suo locale ed infine la signora Carla, la bibliotecaria, è una donna di mezza età, frustrata ed insoddisfatta.
 Chi avrà commesso tale efferato delitto? Al perspicace Loquace nulla sfugge ed il colpevole sarà presto smascherato.

Con una scrittura veloce ed arguta, Nuwanda ha creato un breve racconto giallo, con venature comiche, che fa pensare. Il grande Totò disse: "è molto più facile far piangere le persone con una scena drammatica che far ridere la gente". Parlava di cinema ma lo stesso vale per la scrittura. Non è facile far ridere e qui parliamo non semplicemente della comicità palese, ma di quella nascosta  tra le righe. Il linguaggio è ricercato e le descrizioni dettagliate, nulla è lasciato al caso. Una lettura sicuramente particolare che vale la pena fare.



9 commenti:

  1. Mi piacerebbe molto conoscere il commissario Antonio Loquace :)

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  2. Ciao! Quando ho letto il titolo in anteprima sulla home mi sono incuriosita subito, un titolo così non è da tutti i giorni! I gialli con una vena comica mi piacciono molto, lo terrò in considerazione. Grazie per avermelo fatto scoprire =)
    A presto!

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  3. Sembra davvero un bel romanzo e poi se ha delle venature comiche ancora meglio mi incuriosisce molto⌒.⌒

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    1. E' stata una lettura interessante, diversa dalle solite ed è stata come una boccata d'aria fresca!

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  4. Ciao ho trovato il tuo blog nei giorni scorsi ed ora ti ritrovo nel link party di Halloween
    sono passata solo per un saluto ! Ciao sembra un libro particolare ma non sono sicura che mi piaccia del tutto ..... è insolito sicuramente

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    1. Ciao! Libro molto particolare e interessante. Una lettura fuori dal comune!

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  5. Questo libro l'ho letto da poco e come dici tu molto originale e particolare, per quanto sia un racconto breve credo sia ben fatto

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