Buongiorno readers,
questa settimana sto andando a rilento, l'unica cosa che vorrei fare è dormire tutto il giorno......
Posso???? No, proprio no ahimè, e allora eccomi qui a segnalarvi un romance contemporaneo, uscito ieri e che verrà presentato ufficialmente durante il Festival del romance italiano che si terrà sabato prossimo a Milano.
PAROLE
DI ANITA SESSA
EDITORE: DRI EDITORE
GENERE: CONTEMPORARY ROMANCE
DATA USCITA: 24 GIUGNO
PREZZO: EBOOK € 2.99
CARTACEO € 14.99
SINOSSI:
Disincantata, cinica, un po’ scontrosa: questo è ciò che è
diventata Livia dopo la morte della madre. Studentessa universitaria di giorno,
cameriera in una trattoria in provincia di Pesaro la sera, Livia affronta la
vita da sola giorno dopo giorno. Complice uno scambio di battute scritte a
lettere cubitali sul fondoschiena di una modella di intimo, ritratta su un
poster pubblicitario, Livia conosce Jacopo, manager di trentanove anni
impiegato nel campo del marketing e con un matrimonio ai titoli di coda. A suon
di battute al vetriolo e scontri verbali, Livia e Jacopo inizieranno un
rapporto perennemente in bilico, proteso verso qualcosa che potrebbe essere se
solo entrambi si lasciassero andare.
---- ESTRATTI ----
“Stereotipi e sfruttamento del corpo femminile, eh? So cosa
odi, ma sarebbe interessante capire cosa ti piace.”
“Non molte cose. Gli interrogatori, per esempio, no.”
Trattiene un sorriso e, stranamente, inizio anche a sentirmi
a mio agio in una situazione che ha del paradossale. Sembra quasi l’inizio di
una barzelletta: un uomo e una donna si conoscono per caso dopo aver
scarabocchiato il culo finto di una bionda...
“Quanti anni hai, Livia?”
Tamburello con le dita sul tavolo tra noi.
“Venticinque.”
Resta in silenzio, aspettandosi forse che io gli rivolga la
stessa domanda. Quando il cameriere ci serve, prendo il mio bicchiere e lo
porto con tranquillità alle labbra, uccidendo la sua speranza di sentirmi
proferire spontaneamente parola.
“Io ne ho qualcuno in più” dice dopo un po’.
“Ma sul serio? Io te ne avrei dati quattordici.”
“In realtà sono solo quindici.”
“Ah, ecco. Mi sono sbagliata di pochissimo.”
Nello sguardo scuro e brillante di Jacopo giurerei di
scorgere dell’ammirazione.
“Demolisci sempre chiunque cerchi di avvicinarti?”
“A volte li lascio in piedi solo per vederli correre via da
soli a gambe levate.” Questa risposta è decisamente più sincera di quanto
volessi e lui sembra accorgersene in qualche modo.
“Magari qualcuno decide di restare, alla fine. Dopotutto non
sembri così terribile.”
*****
“Perché
liquidi tutto così?”
Serro gli occhi e le labbra, concentrandomi sul suo fiato caldo che attraversa la mia maglietta e mi raggiunge la pelle.
Serro gli occhi e le labbra, concentrandomi sul suo fiato caldo che attraversa la mia maglietta e mi raggiunge la pelle.
“Chiunque
ti guardi negli occhi si rende immediatamente conto che hai sofferto, Livia.
Anche quando fai di tutto per dissimulare. Io voglio solo conoscere quel mondo
che ti ostini a tenere chiuso nel tuo cuore, lontano da tutto e tutti. So che,
probabilmente, non hai motivo di fidarti di me, ma voglio lo stesso meritarmi
l’accesso a quel mondo. Voglio scoprirti... poco per volta. Almeno permettimi
di provarci.”
Le
mie dita tremano quando si infilano tra i suoi capelli scuri, lievemente
arricciati dal sudore e dal caldo. Lui solleva gli occhi scuri e limpidi nei
miei, sorridendomi mentre porta le sue mani sui miei fianchi esili. Lascia
scivolare le dita sul mio corpo ossuto, un corpo fragile che tenta
disperatamente di essere forte. Lo lascio fare senza oppormi, chiudendo di
nuovo gli occhi e reclinando la testa all’indietro. Le sue mani esplorano senza
andare troppo oltre, ma facendomi disperatamente desiderare che lo faccia.
“Mi
sembra quasi di guardarti dentro così” sussurra. “Credo che Tommaso D’Aquino
abbia sostenuto che affermare che la donna fosse formata dalla costola
dell’uomo volesse indicare un vincolo d’amore tra i due”.
Mi
irrigidisco a quelle parole, ma lui continua a insinuare le dita tra le mie
sporgenze ossee.
“Forse
non è amore, ma sento che tra noi un vincolo, un legame, c’è. Ed è profondo,
nonostante ti conosca poco e, soprattutto, da poco”.
Con le dita trova una piccola insenatura, tra le ultime due costole sul lato sinistro. La guarda, mentre lascia scivolare lì l’indice.
“È qui che mi auguro di stare, prima o poi. Qui dove puoi sentirmi, nel bene e nel male, dove non puoi dimenticarti di me. Voglio essere tuo amico, Livia, ma è difficile penetrare la tua corazza. Fammi un po’ di spazio, non chiedo altro.”
Con le dita trova una piccola insenatura, tra le ultime due costole sul lato sinistro. La guarda, mentre lascia scivolare lì l’indice.
“È qui che mi auguro di stare, prima o poi. Qui dove puoi sentirmi, nel bene e nel male, dove non puoi dimenticarti di me. Voglio essere tuo amico, Livia, ma è difficile penetrare la tua corazza. Fammi un po’ di spazio, non chiedo altro.”
Inspiro
e il mio torace si gonfia quasi fino a scoppiare. Poi, premo la mano sulla sua,
spingendo in quel vuoto quasi fino a farmi male.
“Accomodati. Ma non devi mentirmi mai.”
“Accomodati. Ma non devi mentirmi mai.”
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