giovedì 13 agosto 2015

IL COLORE DEL MARE IN TEMPESTA - RECENSIONE


TITOLO: IL COLORE DEL MARE IN TEMPESTA

AUTORE: KAREN VIGGERS

EDITORE: NEWTON COMPTON

PAGINE:

PREZZO: €  4,99  EBOOK

                 €  9,77 CARTACEO



TRAMA:
Ormai da molti anni Mary vive a Hobart, in Australia, ma ha deciso che trascorrerà gli ultimi giorni della sua vita nella lontanissima Bruny Island, il luogo selvaggio e solitario dove ha passato la giovinezza e dove è stata felice. Il riflesso della luce sull'acqua in movimento, il sussurro del vento, la grande spiaggia di Cloudy Bay: lì Mary si è sentita viva per la prima volta, lì si sente a casa e lì desidera tornare. Anni prima suo marito Jack era il guardiano del faro proprio su quell'isola, ed è lì che sono nati i loro tre figli. Mary vuole riunirsi a Jack e provare la magica sensazione di rivivere gli attimi in cui il loro amore è sbocciato. I tre figli, però, non approvano la sua scelta: Jan preferirebbe vederla al sicuro in una casa vicino a lei e non abbandonata a se stessa in un luogo deserto e inospitale e Gary non vuole prendere posizione rispetto alla scelta della madre. Solo Tom, un uomo schivo e fragile, capisce il senso del suo viaggio… Ma Mary ignora che il passato sta tornando a bussare alla sua porta, riportando alla luce un segreto che quell'isola remota, spazzata dal vento, ha custodito per tanto tempo. Un segreto che ora riemerge in tutta la sua violenza, e che né lei né Tom riusciranno di nuovo a seppellire.

SORSEGGIANDO IL CAFFE'
Mary ha settantasei anni e gravi problemi al cuore: lo sa che non le resta molto tempo. E' vedova da anni e con tre figli adulti che vivono per conto loro: Jan, Gary e Tom.
Mary ha vissuto per molti anni a Bruny Island: lì ha conosciuto il marito Jake, lì sono nati i suoi figli e lì vuole tornare per poter riassaporare per l'ultima volta gli odori, i colori ed i rumori di quella terra isolata e sferzata dal vento. E vuole rivedere i posti che ha frequentato con il marito per rivivere la sua storia, le emozioni che ha provato e sentirlo ancora vicino.
La figlia maggiore, Jan, è contraria, perché non vuole che la madre stia da sola in un posto così isolato e freddo. Allora, Mary, con l'aiuto di Jacinta, la nipote, si trasferisce in un cottage sull'isola senza dire nulla a nessuno.
Solo il figlio minore, Tom, riesce a capire la necessità della madre di stare in quel luogo. Lui che è stato per un anno e mezzo in spedizione nell'Antartide



L'Antartide ha qualcosa che ti imprigiona per sempre. Forse è il paesaggio così selvatico, spoglio. O forse è tutto quel bianco. O le relazioni, che sono tutte così intense. Qualsiasi cosa sia, in qualche modo, in quello spazio smisurato ed in quella luce accecante, ti trasforma. Scopri un nuovo te stesso. La capacità di fonderti nella distanza, una sensazione sempre più intensa di libertà. E al tempo stesso nasce in te uno struggimento che non ti abbandona più. Quando torni nel mondo normale, con addosso le ferite che l'Antartide ti ha inflitto, sei perseguitato da un terribile senso di nostalgia. La tua anima ne è schiava, ci vogliono anni per guarire.

Dopo otto anni essere tornato dall'Antartide, Tom ne subisce ancora il fascino e le conseguenze. Lui è sempre stato una persona chiusa e sensibile. Non ha mai legato molto con i fratelli perché molto più piccolo e nemmeno con il padre, che spesso lo evitava e Tom aveva una sua particolare visione della vita già da piccolo

una persona poteva essere come un albatros o un'aquila pescatrice.Se eri un albatros planavi basso sulle onde, dove c'era meno vento ed era più facile volare.Non ti arrischiavi troppo spesso ad atterrare, perché c'era la possibilità di non riuscire a prendere il volo e poi servivano molte energie per ripartire dopo che ti eri fermato.Se eri un'aquila pescatrice, invece, ti libravi con eleganza nel cielo, da dove potevi vedere tutto,e scendere in picchiata su ciò che ti interessava. Ti appollaiavi sulle rocce e sui rami, perché eri forte ed era facile per te lanciarti di nuovo nell'aria. Ma le aquile erano troppo visibili e sicure di sé, e non piacevi agli altri uccelli, che ti attaccavano sfrecciando in cielo e aggredendoti per farti scappare. Questo era il prezzo della magnificenza.

Il fatto di non essere stato presente alla morte del padre, nonostante non gli fosse particolarmente legato, perché era in Antartide, è un fardello che gli pesa nell'animo ed ora che la madre, l'unica persona che le è sempre stata vicina, sta per andarsene, sente quel peso aumentare. Mary non vede l'ora che Tom riesca ad uscire dal buio che si è creato intorno dopo quell'esperienza: non si è lasciato andare ma non ha saputo nemmeno reagire.

Il libro racconta il percorso di riappacificazione con la vita di Mary ed il ritorno alla vita del  figlio Tom. Entrambi  hanno avuto un' esistenza non facile e traumi da superare, resi più duri da quell'ambiente così rude, che ti stravolge l'anima.

La storia è molto delicata e sofferta e l'ambientazione la rende anche misteriosa ed affascinante. Il linguaggio è scorrevole anche se a volte la narrazione è troppo lenta: la durezza è l'asperità del paesaggio si percepiscono benissimo dalle dettagliate descrizioni che, però, rallentano la lettura.
VOTO 8


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