arrivo un po' tardi con il quarto appuntamento con la rubrica ideata da Chiara de La lettrice sulle nuvole e Rosaria de Niente di personale
nella quale, ogni mese i partecipanti devono leggere un libro tra quelli già letti da un altro partecipante.
9 giorni
Gilly MacMillan
Editore: Newton Compton
Prezzo: Ebook € 1,99, cartaceo € 4,16
Pagine: 411
Genere: Thriller
Trama: Rachel Jenner è sconvolta e in preda al panico: suo figlio Ben, di soli otto anni, è scomparso, e lei non sa come affrontare questa tragedia. Inoltre, a peggiorare la situazione, ci sono gli obiettivi della stampa e le telecamere delle TV che seguono lo sviluppo del caso e le stanno con il fiato sul collo. È vero, ha commesso una leggerezza: ha perso per un attimo di vista Ben e lui è sparito e ora tutto il Paese pensa che lei sia una madre sprovveduta e vada condannata. Ma cosa è successo veramente in quel tragico pomeriggio? Stretta fra il dramma di aver perso il figlio, le sempre più serrate indagini della polizia e la pubblica gogna dei media, Rachel deve affrontare un’altra agghiacciante realtà: tutto quello che sa di sé e dei suoi cari si rivela una gigantesca bugia. E non c’è più nessuno, nemmeno nella sua famiglia, di cui la donna possa fidarsi. Il tempo stringe e forse il piccolo Ben potrebbe essere ancora salvato, ma l’opinione pubblica ha già deciso. E tu, da che parte starai?
Recensione
Ho preso questo libro appena uscito perché avevo voglia di leggere un thriller e la trama mi sembrava molto interessante. Non so nemmeno perché l'ho lasciato poi a prendere polvere in libreria perchè proprio come pensavo è stata una lettura coinvolgente, interessante ed angosciante.
La storia parla di un bambino di 8 anni che improvvisamente scompare, dopo che la mamma l'ha lasciato correre avanti da solo in un sentiero nel bosco per raggiungere un'altalena. Sicuramente, il fatto di essere mamma di un bimbo di nove anni ha reso la lettura molto più viva ed intensa: il dolore della mamma per la perdita l'ho sentito scorrere nelle mie vene e mi ha fatto venire i brividi, anche perché mi è capitato proprio la settimana scorsa, mentre ero in vacanza, di lasciare mio figlio nella hall dell'albergo e poi di non trovarlo più.....non potete immaginare che cinque minuti ho vissuto fino a quando non l'ho ritrovato....aveva inseguito un gatto nel prato vicino all'albergo...niente di che ma io ho perso dieci anni di vita.
Nella storia, inoltre, la mamma, Rachel, si trova ad essere additata come "pessima mamma", come madre depressa, incurante, incapace perché ha lasciato il figlio correre da solo. Oltre al danno la beffa. E pensare che Rachel voleva solo dare un po' di spazio al bimbo, dargli fiducia e possibilità di crescere e diventare responsabile
A raccontarci la storia in prima persona, come fosse una specie di diario, oltre a Rachel c'è Jim, il detective incaricato a seguire il caso. Grazie al resoconto di Jim riusciamo a capire come vengono svolte le indagini, la raccolta degli indizi, gli interrogatori dei sospettati. Capiamo anche, quanto, a volte, sia difficile per chi compie questo lavoro rimanere freddo ed impassibile: per Jim e la sua squadra ritrovare Ben è una corsa contro il tempo, ogni ora che passa la probabilità di ritrovare il ragazzino vivo diminuisce. Come si fa a non farsi coinvolgere? Come si fa a non sentirsi responsabili se la ricerca finisce male? Un solo piccolo errore può essere fatale!
L'autrice ha costruito bene la storia perché fino alla fine sembrano tutti possibili colpevoli; forse, in alcuni momenti si è soffermata troppo sui dati tecnici relativi alle indagini anche se in questo modo rende il lettore più partecipe. Tutto sembra molto reale, l'autrice non indora la pillola e lo si capisce benissimo nell'epilogo che ho apprezzato davvero e ci regala una storia diretta, dura ed intensa.
La storia parla di un bambino di 8 anni che improvvisamente scompare, dopo che la mamma l'ha lasciato correre avanti da solo in un sentiero nel bosco per raggiungere un'altalena. Sicuramente, il fatto di essere mamma di un bimbo di nove anni ha reso la lettura molto più viva ed intensa: il dolore della mamma per la perdita l'ho sentito scorrere nelle mie vene e mi ha fatto venire i brividi, anche perché mi è capitato proprio la settimana scorsa, mentre ero in vacanza, di lasciare mio figlio nella hall dell'albergo e poi di non trovarlo più.....non potete immaginare che cinque minuti ho vissuto fino a quando non l'ho ritrovato....aveva inseguito un gatto nel prato vicino all'albergo...niente di che ma io ho perso dieci anni di vita.
Nella storia, inoltre, la mamma, Rachel, si trova ad essere additata come "pessima mamma", come madre depressa, incurante, incapace perché ha lasciato il figlio correre da solo. Oltre al danno la beffa. E pensare che Rachel voleva solo dare un po' di spazio al bimbo, dargli fiducia e possibilità di crescere e diventare responsabile
Carpe diem era quello che volevo insegnare a Ben quando lo avevo lasciato correre nel bosco. Cogli l'attimo, sii coraggioso, sii indipendente, apri il tuo cuore, non aver paura di fare errori, non smettere mai di imparare.Quello che si trova a vivere Rachel è un vero incubo: la stampa la assilla, tutti la ritengono colpevole e non ha nessuno cui appoggiarsi, perché anche le persone a lei più vicine si rivelano diverse da quello che pensa. Rachel non sa più di chi fidarsi, è sola contro tutti.
A raccontarci la storia in prima persona, come fosse una specie di diario, oltre a Rachel c'è Jim, il detective incaricato a seguire il caso. Grazie al resoconto di Jim riusciamo a capire come vengono svolte le indagini, la raccolta degli indizi, gli interrogatori dei sospettati. Capiamo anche, quanto, a volte, sia difficile per chi compie questo lavoro rimanere freddo ed impassibile: per Jim e la sua squadra ritrovare Ben è una corsa contro il tempo, ogni ora che passa la probabilità di ritrovare il ragazzino vivo diminuisce. Come si fa a non farsi coinvolgere? Come si fa a non sentirsi responsabili se la ricerca finisce male? Un solo piccolo errore può essere fatale!
L'autrice ha costruito bene la storia perché fino alla fine sembrano tutti possibili colpevoli; forse, in alcuni momenti si è soffermata troppo sui dati tecnici relativi alle indagini anche se in questo modo rende il lettore più partecipe. Tutto sembra molto reale, l'autrice non indora la pillola e lo si capisce benissimo nell'epilogo che ho apprezzato davvero e ci regala una storia diretta, dura ed intensa.
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ciao Erica, ho letto questo libro un po' di tempo fa, sono contenta che tu l abbia scelto e che ti sia piaciuto. un buon thriller in cui c'è tanta angoscia soprattutto per noi mamme che ci possiamo immedesimare. concordo sui tecnicismi però nel complesso un libro piacevole :D
RispondiEliminaQuesto mi incuriosisce da un sacco di tempo
RispondiEliminaanche io l'ho letto avendo un figlio di nove anni e sentendomi molto partecipe
RispondiEliminaIo lo ho accantonato proprio perché ero stata avvisata che è molto coinvolgente e quasi angosciante...
RispondiEliminaQuando scopro libri di questo tipo li accantono subito perché mi mettono ansia. L'idea che scompaia un figlio è agghiacciante.
RispondiEliminaQuesta è invece una lettura che potrebbe conquistarmi fin dal primo rigo!
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