Buongiorno cari lettori,
sabato sono stata al cinema ed ho visto un film di cui vi voglio assolutamente parlare, così rispolvero la rubrica "Pausa caffè" pubblicata solo una volta per un altro film un po' di anni or sono.....spero di riuscire a farla diventare qualcosa di più frequente!!
LA ZONA D'INTERESSE DI JONATHAN GLAZER
- miglior film
- miglior film in lingua straniera
- miglior regista
- miglior sonoro
- miglior sceneggiatura non originale
e al Festival di Cannes 2023 ha ricevuto il Grand Prix speciale della giuria.
Cos'è la "zona d'interesse"?
La zona d'interesse è il termine burocratico con il quale i nazisti chiamavano la zona intorno ai campi di concentramento e questo film è ambientato in una di quelle zone, quella del campo di Auschwitz e più precisamente nella casa del comandante del campo, Rudolph Höß.
Una bella casa, dove la moglie di Rudolph e le sue amiche prendono il tè, dove il comandante tiene riunioni di lavoro e discute su quale sia il modo migliore per costruire i forni crematori; con un grande e curato giardino con tanto di serra e piscina dove i figli e i loro amici si divertono, circondato da un muro, un muro con il filo spinato sopra, il muro del campo di sterminio. Dalla casa si vedono bene le torrette del campo, i comignoli fumanti dei forni ma è quello che si sente arrivare da al di la' del muro ad essere ancor più tremendo: urla, pianti, spari, ordini dei soldati, cani che ringhiano ed abbaiano......
e questi "suoni" accompagnano tutta la durata del film, un macabro sottofondo musicale che non dà tregua, attanaglia lo stomaco e rende questo film uno dei più angoscianti che abbia mai visto legati all'Olocausto.
Il film inizia con il buio, uno schermo nero a preannunciare l'orrore, l'abisso nel quale ci sta portando.
Non si vede nulla del campo, non si vede sofferenza, non si vede violenza ma lo spettatore sa che c'è, sa che lì, a qualche metro di distanza, le persone private di tutto, anche della dignità, stanno morendo a milioni, le sente ma quello che vede è una famiglia borghese felice nella sua bella casa, senza pensieri, con dei bei figli sani e forti.
Come possono far finta di nulla? Dove è finito il rispetto per gli altri? Come possono andare a letto sereni senza scrupoli o pensieri?
Tutti sanno ma fanno finta di non vedere per convenienza, per un senso di superiorità, per un'ideologia malata. La moglie di Rudolph, quando lui viene promosso a supervisore di vari campi e deve trasferirsi, non vuole andarsene da quella bella casa e indossa volentieri pellicce o gioielli che arrivano dal campo. Ha raggiunto un certo prestigio sociale e non vuole privarsene, inebriata anche dal senso di potere e supremazia sugli altri quando dice, per esempio, alla cameriera che se non si comporta bene fa spargere la sua cenere nei campi dal marito......
E' questa contrapposizione tra la sofferenza al di là del muro e la felicità e l'indifferenza al di qua a far accapponare la pelle.
Glazer, però, introduce, utilizzando una tecnica particolare, qualche scena di speranza. Mentre Rudolph legge le storie della buonanotte alle sue figlie, una ragazzina nasconde del cibo tra la terra per i prigionieri che lavorano nei campi. Le scene della bambina sono girate con una termocamera quindi il corpo emana una bella luce come ad indicare il calore, la speranza, la presenza di compassione ed empatia e queste scene sono ispirate ad una bambina realmente esistita che faceva parte della resistenza polacca ed aiutò i prigionieri di Auschwitz.
Il film è abbastanza lento e per certi versi sembra senza fine, in quanto è la semplice narrazione della quotidianità di questa famiglia ma è di una potenza devastante. Verso la fine abbiamo un Rudolph Höß che, mentre scende le scale, tossisice e sputa sangue: forse il male che gli si rivolta contro? Un indizio della fine del nazismo? Un momento di ripensamento per le sue azioni visto che la scena successiva fa vedere Auschwitz ai giorni nostri a testimonianza di quello che è accaduto? Non lo so ma è una scena che equivale ad un pugno nello stomaco.
Un film devastante e potente, che colpisce nel profondo.
(Rudolph Höß fu giudicato colpevole di crimini contro l'umanità nel processo di Norimberga e giustiziato nel 1947).
Penso di andare a vederlo questo fine settimana
RispondiEliminaPoi fammi sapere cosa ne pensi
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